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di Paolo Soro*

La parola “dumping” deriva dall’inglese “dump” che significa letteralmente “scaricare”. Con tale termine si indica in genere qualunque sistema usato al fine di vendere beni e/o erogare servizi a un prezzo molto inferiore rispetto a quello di mercato. I sistemi adottati possono essere molteplici e variano in relazione ai diversi fattori di produzione. In ogni caso, resta il fatto che, indipendentemente dai metodi utilizzati, il fine che si intende perseguire è sempre illecito. Nella pratica, il dumping risulta essere la principale e più meschina forma di concorrenza sleale, poiché, spesso, viene perpetrato approfittando di lacune normative o acclarate difficoltà operative nell’esperire adeguati controlli. Continua a leggere

di Marco D’Orsogna Bucci*

La Legge di Bilancio 2023, legge 197/2022, in materia di lavoro non porta grandi novità, semmai conferma per l’anno in corso misure già in vigore fino al 2022 in ambito di ammortizzatori sociali e agevolazioni su nuove assunzioni. Nessun exploit particolare dal momento che gran parte delle risorse sono impegnate su misure legate alla crisi energetica. Continua a leggere

di Stefano Lapponi*

 

La legge di bilancio 2023 (Legge 29 dicembre 2022, n. 197) contiene alcune disposizioni volte a sostenere la famiglia.

Tra le misure salienti sono di particolare importanza quelle modificative dell’Assegno Unico Universale. Continua a leggere

di Giovanna Alvino* e Mario Fusco*

La Legge di Bilancio 2023 introduce un regime fiscale specifico relativamente alle somme corrisposte a titolo di liberalità (mance), al personale impiegato nel settore ricettivo e della somministrazione di pasti e bevande, assoggettandole a un’imposta sostituiva dell’Irpef e delle relative addizionali territoriali con aliquota del 5 per cento. Continua a leggere

di Loris Beretta*

Qualche tempo fa abbiamo pubblicato un articolo intitolato “Il welfare sconosciuto” (Noi & il lavoro n. 1/2021 https://noieillavoro.it/lopinione/il-welfare-sconosciuto/) e siamo partiti osservando le seguenti tre situazioni: Continua a leggere

di Andrea Sella*

Sono balzate agli onori delle cronache giudiziarie, almeno per gli addetti ai lavori, due recenti sentenze della Corte di Cassazione – Cass. Sez. lav. del 6 settembre 2022, n. 26246 e Cass. Sez. lav. del 20 ottobre 2022, n.30957 – sulla decorrenza del termine prescrizionale dei crediti di lavoro, argomento che sembrava, almeno fino al 2012, solidamente attestato nella netta distinzione tra aziende al di sotto della soglia di applicazione dell’art. 18 Statuto Lavoratori, per le quali la prescrizione decorreva dal termine del rapporto di lavoro, e aziende al di sopra di tale soglia, per le quali la prescrizione decorreva in corso di rapporto di lavoro, essendo l’art. 18 considerato una garanzia sufficiente per permettere al lavoratore una serena rivendicazione dei propri diritti senza tema di ritorsione. Continua a leggere

di Oriana Costantini*

“Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”. 

Questo è quanto viene sancito dall’art. 27 comma 3 della Costituzione. La rieducazione ha l’obiettivo di far acquisire al condannato i valori fondamentali della convivenza al fine di reinserirlo socialmente. Il Lavoro su cui la stessa Repubblica italiana si fonda (art.1 Costituzione) svolge un ruolo fondamentale per promuovere la reintegrazione sociale. Continua a leggere

PROBLEMATICHE FISCALI E CONTRIBUTIVE NELL’ADEMPIMENTO E NELLA RESTITUZIONE
DELLE SOMME PROVVISORIAMENTE EROGATE IN ESECUZIONE DI SENTENZA
di Alberto Checchetto*

Nell’ambito dei giudizi di accertamento promossi dai lavoratori dipendenti al fine di ottenere delle differenze retributive maturate nel corso del rapporto, così come con riferimento alle retribuzioni corrisposte dal datore di lavoro al lavoratore reintegrato a seguito della declaratoria di illegittimità del licenziamento, sono da sempre emersi numerosi dubbi interpretativi, sia con riferimento alla gestione dell’aspetto fiscale, sia in merito alle trattenute contributive a carico del dipendente. Continua a leggere

di Paolo Soro * 

I c.d. “pendolari del lavoro” sono genericamente definiti nel dizionario come quei soggetti che, non risiedendo nel luogo in cui svolgono la loro attività, devono recarsi ogni giorno, e ritornare ogni sera, servendosi di mezzi di trasporto pubblici e privati. Laddove abbiamo a che fare, più nello specifico, con dipendenti che, abitando in uno Stato, si recano a lavorare in un differente Paese limitrofo, si suole parlare di lavoratori transfrontalieri (o, semplicemente, frontalieri), per i quali sono previste alcune disposizioni di carattere straordinario, considerate le peculiarità del loro status. Continua a leggere

di Roberta Jacobone *

Come noto l’art. 51 comma 1 del TUIR definisce il reddito da lavoro dipendente con un concetto di onnicomprensività, con il risultato che tutte le somme e i valori erogati dal datore di lavoro al proprio dipendente, in relazione al rapporto di lavoro, sono attratte nel reddito imponibile e come tale vengono tassate. I successivi commi dell’art. 51 prevedono invece delle eccezioni regolate da condizioni specifiche, che consentono di alleggerire l’imposizione sia fiscale sia contributiva. E’ il caso, ad esempio, dei benefits in natura previsti da piani di welfare introdotti con regolamenti aziendali ad hoc che, ai sensi dell’art. 51 comma 2 lettera f), non concorrono alla formazione del reddito se riconosciuti sotto forma di opere e servizi per finalità di educazione, istruzione, ricreazione, culto, assistenza sociale e sanitaria, purché siano rivolti alla generalità o a categorie di dipendenti. Continua a leggere