di Graziano Vezzoni*

 

Le storie che si svolgono negli hotel, certe volte sono meglio di un episodio di una serie TV a luci rosse!

Immaginatevi la scena: il buon Silvio (chiamiamolo così per convenienza e privacy), che sembra il protagonista di una telenovela estiva molto piccante, viene sorpreso, da un amministratore, in flagrante delicto in un angolo nascosto dell’hotel.

E non stiamo parlando di una semplice pausa caffè, ma di una pausa… diciamo, molto più “intima” e piccante. In poche parole era completamente nudo e stava consumando un rapporto intimo con una cliente.

“…le scrivo questa missiva per esprimere non solo la mia perplessità, ma anche quella dell’intero consiglio di amministrazione dell’Hotel “Virtù e mare”, riguardo al suo recente spettacolino privé tenutosi, nei locali del nostro stabile.

Il 20/07/2024, mentre molti di noi erano indaffarati a garantire l’eccellenza del servizio ai nostri ospiti, lei è stato sorpreso a darsi alla pazza gioia nello sgabuzzino delle scope – un luogo notoriamente dedicato all’ordine e alla pulizia, e non certo ai vizi carnali.

È con un misto di disappunto e incredulità che le comunico che simili attività extra-lavorative, potrebbero minare la fiducia che abbiamo riposto in lei come dipendente e custode della nostra reputazione.

Le rammento, ove Le fosse sfuggito che durante l’occupazione del suddetto sgabuzzino, c’è anche un obbligo di diligenza sul posto di lavoro. Chiaro che, forse “diligenza” è stata da Lei interpretata in un modo leggermente diverso dal solito…

Come da procedura, e seguendo la danza burocratica resa necessaria dalla Legge 20.05.70 n.300, le concediamo 5 giorni per fornirci spiegazioni, giustificazioni di quanto accaduto.

Attendiamo con ansiosa curiosità di sentire la sua versione dei fatti…”.

La narrazione della lettera è ricca di umorismo, formalità e riferimenti legali, cosa che aggiunge quel tocco di serietà al tutto.

Tuttavia, non possiamo negare che il nostro amico lì citato, il signor “Nudo nello sgabuzzino”, si trova in una situazione a dir poco imbarazzante.

Graziano rilegge con cura la lettera di richiamo disciplinare scritta per conto del proprio cliente ed è soddisfatto del risultato.

Adesso, in un attimo di pausa, cerca di immedesimarsi in quel poveretto, il nostro protagonista, il “Nudo nello sgabuzzino”, alle prese con la ricerca di una giustificazione valida. Forse tirerà in ballo Cupido, che evidentemente lo ha preso di mira con una freccia un po’ troppo precisa? O magari dichiarerà di essere stato vittima di un esperimento sociale andato storto? Magari addurrà un colpo di calore estivo che gli ha annebbiato il senso del decoro.

Qualunque sia la sua linea difensiva, mi auguro sia molto creativa. Graziano va avanti con la sua immaginazione, verrà da solo o accompagnato da un sindacalista annoiato. Ma la cosa a cui sta pensando e lo preoccupa è riuscirò a non sorridere quando il “Nudo nello sgabuzzino” formulerà le proprie giustificazioni. Comunque sarà meglio consigliargli caldamente di non farsi mai più trovare in simili – ehm – “vesti”.

Nota dell’autore: Questa lettera è da considerarsi una parodia e non sostituisce un vero e proprio richiamo disciplinare che è e rimane una cosa seria.

Comunque ricordatevi, negli Hotel, per favore, vestitevi sempre, specialmente quando passate vicino agli sgabuzzini.

*ODCEC Lucca

UNA GIORNATA DI NORMALE FOLLIA DI UN COMMERCIALISTA LAVORISTA

di Graziano Vezzoni*

10 Agosto, ore 6,00:

Mentre la maggior parte dei mortali è ancora avvinghiata ai cuscini, io, con le mie scarpette che hanno più buchi della mia pazienza, inizio la mia odissea mattutina. Il viale a mare si stende davanti a me come un tappeto rosso per una star, ed invece, chi sta correndo (si fa per dire) si tratta di un commercialista in fuga dalla sedentarietà. Parto da casa, raggiungo il pontile di Forte dei Marmi e mi rigiro – non per ammirare l’alba, ma perché il fisico vuole la sua parte (anche se la mente protesta). Dopo 40 minuti rientro a casa, doccia veloce e poi mi catapulto al bar. Qui, tra un espresso e un cornetto, mi trasformo nel Socrate del gossip locale. Discuto di tutto, dal calciomercato alle strategie per evitare i turisti in infradito.

Ore 7,30:

Sono già in ufficio e sfoglio circolari e giornali come fossero le pagine del mio destino.

Ore 7,40:

Squilla il telefono. È il primo cliente, con un problema talmente urgente che probabilmente ha sognato di chiamarmi. Io penso ai miei problemi, tipo chi risolverà il mistero delle mie scarpette consumate? Ma il dovere chiama.

Durante la Mattinata:

Dopo quella telefonata, è un via vai di visite in ufficio. C’è chi ha trovato il bagnino ubriaco e non sa cosa fare, e chi si interroga sulla natura esistenziale dell’amore clandestino tra camerieri durante il turno di lavoro. Scrivo lettere di richiamo come fossero autografi alla prima del mio film immaginario “Il Commercialista – La Vendetta”.

Assunzioni di Mezza Estate:

I contratti che redigo sono così lunghi che potrebbero essere usati come rotoli di carta da parati. Per dire la verità sono lunghi anche d’inverno, ma in estate chissà come mai pesano di più. Prevedono tutto: dall’apocalisse all’invasione di cavallette, tranne come sopravvivere a questa giornata di normale follia.

Ore 10,15:

Per l’ennesima volta rimpiango di non essere un commercialista di città o dell’interno dove in agosto si chiude l’ufficio e fino a settembre non si parla più di cedolini, detrazioni ecc.

Ore 11,30:

Riesco a controllare le mail e nella posta certificata ti becco due avvisi bonari relativi al modello 770 dell’anno 2020. Subito inizia la verifica dei versamenti e dei modelli inviati. Entro nel cassetto fiscale del cliente e recupero i modelli F24 si tratta di ravvedimenti e mi domando perché l’Agenzia delle Entrate non recuperi i modelli da sola. Questo rimane un mistero. Abbasso la temperatura dei condizionatori, il caldo è massacrante, penso a quei poveracci che lavorano all’esterno, ma penso soprattutto a coloro che sono al mare o in montagna. La cosa però non mi rinfresca.

Ore 13,00:

Pausa pranzo mi reco al vicino Yachting Club Versilia, voglio almeno vedere il mare e voglio stare leggero, mi prendo un insalata calda di mare.

Ore 15,00:

Rientro in ufficio e subito ricevo una Pec, inviatami da un avvocato, con la richiesta di conciliazione per un dipendente di una Ditta che seguo. Riesamino la pratica per poter prendere visioni dei punti di forza e quelli di debolezza del mio cliente, telefono all’avvocato della controparte per avere un primo contatto e per capire la loro strategia. Mi sa che il mio cliente dovrà versare una differenza retributiva per poter chiudere questa pratica.

Ore 16,30:

Esco dall’ufficio e mi reco presso la sede di un sindacato per discutere della stesura di un contratto aziendale, la discussione si anima e il caldo ancora di più, non c’è un condizionatore.

Ore 18,45:

Rientro in ufficio e spero che ci sia il tempo per leggere quegli articoli che avrei voluto leggere la mattina, niente non ci riesco il telefono sembra impazzito tutti hanno dei problemi.

Ore 20,05:

Sto per uscire dall’ufficio ma, puntuale, arriva un cliente. Vuole un’assunzione per la sera stessa. Per l’ennesima volta gli spiego che le assunzioni vanno fatte oggi per il giorno dopo. Il cliente cade dalle nuvole non lo sapeva.

Nota dell’autore: questo racconto è stato scritto con un tono umoristico per alleggerire la pesantezza di una giornata lavorativa di un commercialista lavorista, ma soprattutto non è intenzione dell’autore sottovalutare il duro lavoro svolto dai colleghi.

 

*ODCEC Lucca

 

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