L’ISOLA CHE NON C’È… MA CHE FORSE UN GIORNO CI SARÀ?
di Graziano Vezzoni*
Cari colleghi, oggi ho vissuto un’esperienza così straordinaria che non posso fare a meno di condividerla con voi. Sì, perché sono entrato nella sede INPS di Lucca e mi sono sentito come Harry Potter al Ministero della Magia – solo che invece di maghi c’erano impiegati e anziché bacchette magiche si brandivano timbri e calcolatrici.
L’atrio era un tripudio di colleghi in attesa, tutti con lo sguardo speranzoso di chi sta per assistere al primo spettacolo del mattino al Cirque du Soleil. Alle pareti troneggiavano le foto degli impiegati del mese, che sorridevano come star, e l’atmosfera era così allegra che avrei giurato di sentire in sottofondo la colonna sonora di un film.
Quando è stato il mio turno, un funzionario dall’aspetto tanto solerte quanto gentile mi ha accolto con un “Signor Graziano, venga, si accomodi”, che più caloroso non si poteva. E mentre mi sedevo, ecco apparire un caffè così aromatico da far sembrare quello del barista sotto casa un brodino insipido. Ma non finisce qui!
Accanto al caffè, un pasticcino degno di una scena di “La Grande Abbuffata”, credetemi, anche Zeus avrebbe lasciato l’Olimpo per un boccone così divino.
Dopo aver gustato queste prelibatezze, invitato dal sorridente funzionario, ho esposto il motivo della mia visita: verificare una cartella esattoriale più complicata di un episodio di “Lost”. Il mio cliente aveva regolarmente versato i contributi, ma secondo l’INPS, no. Il funzionario, riscontrata la mia documentazione ed effettuato un paio di clic sul computer e una telefonata, come per magia, risolve tutto. Il funzionario arrossando in faccia pronuncia: “Mi devo scusare per l’accaduto, la colpa è stata nostra. Adesso è tutto a posto, la cartella è sgravata.”
Con un sorriso largo come quello del Gatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, lo saluto e, attraversando nuovamente l’atrio ormai deserto, ho pensato: “Ma guarda un po’, l’isola che non c’è esiste davvero!”
Arrivato in ufficio ero già pronto a inviare al Direttore dell’INPS di Lucca una mail di ringraziamento quando, ahimè, la realtà ha bussato alla mia porta – o meglio, la sveglia mattutina ha suonato. Tutto questo era stato un sogno, un meraviglioso sogno burocratico.
Con un misto di nostalgia per il sogno svanito e la speranza per un futuro altrettanto efficiente (ma stavolta nella vita reale), mi dirigo verso il mio ufficio, consapevole che mi sarebbe aspettata una giornata di lotta contro i vari cassetti previdenziali, fiscali, PEC e telefonate senza risposte.
Cari Direttori (INPS, INL, INAIL e AE), perché dobbiamo relegare un servizio così essenziale per le nostre aziende ai confini del mondo onirico?
Capisco che sognare non costa nulla, ma rendere quei sogni realtà sarebbe impagabile.
Con affetto e una punta di ironica malinconia,
Il vostro commercialista del lavoro che ancora crede nelle favole.
*ODCEC Lucca