QUESTO MATRIMONIO NON S’HA DA FARE
Era una tranquilla serata estiva quando il destino decise di giocare un tiro mancino a due anime solitarie. La brezza marina trasportava nell’aria i profumi della cucina mediterranea, mentre sullo sfondo si stagliava l’eco dei gabbiani festaioli. E proprio lì, in quella cartolina vivente, un commercialista del lavoro di nome Graziano conobbe Chiara, una consulente del lavoro.
Graziano era il tipo che catalogava ogni esperienza come “attivo” o “passivo” nel bilancio emotivo della sua vita, mentre Chiara categorizzava le persone come fossero dei CUD, sempre pronta a scovare eventuali incongruenze. Quella sera, Graziano decise che avrebbe catalogato questo incontro come “attivo”. Fu durante una cena organizzata da uno stabilimento balneare, sulla spiaggia Versiliese, che il loro sguardo si incrociò tra una forchettata di spaghetti alle vongole e un sorso di Vermentino di Luni.
Il dialogo fra i due fu subito scintillante, pieno di battute fiscali, flirt amministrativi e ammiccamenti professionali. Graziano era affascinato dall’accuratezza con cui Chiara smontava ogni stratagemma burocratico, e lei non poteva fare a meno di ammirare la sua capacità di far quadrare bilanci più contorti di un episodio di “Lost”.
Fu subito amore… o così sembrava. Passati pochi anni, quello che sembrava un idillio amoroso iniziò a mostrare le prime crepe. Il povero Graziano cominciò a realizzare che il corredo di Chiara comprendeva pile di circolari interpretative e manuali su come sopravvivere all’APE (non l’insetto, ma l’anticipo pensionistico).
A sua volta, Chiara dovette confrontarsi con la passione smoderata di Graziano per i fogli Excel, talmente sexy da far impallidire persino un paio di tacchi a spillo 12 cm. Ma l’amore, è cieco, sordo e senza dubbio un po’ folle, quindi decisero di andare a convivere. La loro relazione oltre che sentimentale divenne anche un’associazione professionale. Dopo un po’, però cominciarono i diverbi ma tutti e due decisero di ignorare i campanelli d’allarme, sperando che fosse solo una fase temporanea e passeggera della loro relazione.
Tuttavia, come ogni trend economico che si rispetti, la curva della loro relazione cominciò ben presto a declinare e indicare lo “zero”, numero inequivocabile di un investimento sentimentale fallimentare. La sopportazione lasciò il passo a vere e proprie ostilità domestiche. Le discussioni non erano più sul chi avesse dimenticato cosa, ma su chi avesse elaborato più cedolini. Lei iniziò a non parlargli più, ma in compenso lo tempestava di messaggini che mettevano in risalto le proprie competenze in materia giuslavoristiche sostenendo che Lei aveva delle esclusive e Lui no; anzi, insisteva che Lui doveva smettere di qualificarsi quale consulente del lavoro, perché non lo era. Lui, dal canto suo, non si capacitava di cosa stava succedendo e soprattutto non ricordava nessuna circostanza in cui si fosse presentato come consulente del lavoro. Graziano ricevette anche un messaggino in cui Lei gli esponeva che era anche abilitata a tenere la contabilità, così avevano sentenziato i Tribunali.
La casa che un tempo echeggiava di risate e brindisi ora rimbombava solo di reciproche accuse su competenze, esclusive, errori di calcolo e scadenze mancate. Non più occhiate languide, ma frecciatine venate di sarcasmo, più taglienti di una notifica dell’Agenzia delle Entrate. Infine l’amore evaporò via, come un’evasione fiscale ben mascherata. Chiara e Graziano si separarono con la stessa freddezza con cui si stipula una rescissione di un contratto, promettendosi, comunque di restare “amici”, concetto tanto astratto quanto il saldo attivo di un bilancio fantastico.
Era chiaro a tutti i colleghi dei due che “questo matrimonio non s’ha da fare”. Oggi, Graziano e Chiara ricordano quell’estate con un misto di nostalgia e sollievo, coscienti che alla fine, nella vita come nella fiscalità, non tutti i crediti hanno una compensazione adeguata.
Ora li puoi trovare, ormai estranei, in spiagge diverse, a scrutare l’orizzonte con quegli occhi che una volta brillavano di complici entusiasmi professionali. Ognuno sta andando per la propria strada mantenendo le proprie caratteristiche e competenze.
Ogni tanto pensano che forse sarebbe stato meglio se quella sera avessero semplicemente scelto tavoli diversi… ma poi prendono atto che in amore, come nella gestione del personale, l’unica certezza sono gli imprevisti.
*ODCEC Lucca