RIFLESSIONI NOTTURNE DI UN GIUSLAVORISTA A VENEZIA: cronaca di una giornata indimenticabile

di Graziano Vezzoni*

A Venezia è il 12.06.2030 un venerdì, come tanti altri; mi appresto a partecipare al convegno, che già dal titolo si annuncia intrigante, in perfetto stile veneziano, “Concordato Preventivo Biennale sul Lavoro”.

Questo tipo di contratto era stato istituito nel lontano 2028, ispirandosi vagamente al famoso Concordato Preventivo Biennale di natura fiscale del 2024.

Ricordiamo tutti che tale concordato, nonostante le sue nobili intenzioni, non aveva riscosso un grande seguito né successo. Ma, ahimè, nella burocrazia come nella moda, tutto torna! Con alcuni colleghi e redattori della rivista “Noi e il Lavoro”, stiamo solcando le acque del Canal Grande a bordo di un vaporetto, diretti al convegno.

Marco Sambo, come sempre, fa da cerimoniere e accompagnatore. Con un tono tra il serio e il faceto, sussurra: “Colleghi, non è che possiamo arrivare al convegno sudati come dei commercialisti che sono alle prese con una visita ispettiva!”.

I colleghi annuiscono compiaciuti, ribadendo quanto sia essenziale apparire impeccabili, quasi debbano essere pronti per una sfilata piuttosto che per un convegno. Le star dell’evento sono i relatori: Maurizio Centra, Stefano Lapponi e Marco D’Orsogna Bucci. E poi c’è Martina Riccardi, la moderatrice, soprannominata ironicamente la “domatrice”, pronta più che mai a dirigere il traffico di idee come un abile controllore di volo in una torre di comando.

Sul vaporetto, mi perdo nei ricordi e penso a quanto tempo è trascorso dal primo incontro organizzato dal Gruppo ODCEC Area Lavoro. Anni, decisamente troppi. Mi guardo intorno e vedo colleghi invecchiati nell’aspetto, ma giovani nello spirito, come rockstar che non hanno mai smesso di andare in tour.

Il convegno inizia puntuale come un orologio svizzero alle 14:30, e i nostri eroici relatori si lanciano nell’ardua impresa di far capire il Concordato Preventivo Biennale sul Lavoro. Un nome così lungo che se lo scrivi su un assegno, non ti resta spazio per la cifra! Questa chicca burocratica prevede un balletto di accordi tra il datore di lavoro e gli istituti sui versamenti delle ritenute e dei contributi per i due anni stabiliti. Come in ogni favoloso accordo degno di una sceneggiatura hollywoodiana, ci sono tempistiche e modalità di pagamento delineate con precisione chirurgica. Questo tipo di contratto, che sembra uscito da un gioco da tavolo economico, prevede, oltre alla somma base già pattuita, una serie di versamenti bonus, diciamo così, calcolati sulla base dei licenziamenti che avresti pianificato durante il biennio concordato.

Il pagamento del concordato ti blinda meglio di un bunker antiatomico contro ogni possibile ispezione; anzi, con un generoso extra del 10% sul totale, potrai non solo evitare le visite indesiderate, ma anche lanciare, impunemente, qualche affettuosa frecciatina verbale agli ispettori, qualora osassero mettere piede nel tuo regno aziendale. Insomma dovete immaginare un contratto così previdente da indicare tutto in anticipo, persino la durata esatta della pausa caffè, una vera e propria profezia contrattuale! Il convegno termina alle 19:00 e dopo ore di chiacchiere che avrebbero messo alla prova anche l’ascoltatore più stoico, la tradizione ha avuto la meglio e ci siamo ritrovati tutti a fare cerchio intorno ad un aperitivo.

Tra un anacardo e l’altro, abbiamo riso come matti sulle slide sbagliate (che sembravano uscite da un episodio di “Chi l’ha visto”) e sulle domande, rivolte dal pubblico, così bizzarre che nemmeno Google avrebbe saputo cosa rispondere, ma i nostri eroi si.

Gli aperitivi si susseguono a ritmo vertiginoso, finché il saggio Domenico Calvelli, con un tono strascicato (forse dovuto all’eccesso di prosecco), ci riporta alla realtà: è ora di cena.

La serata prosegue in un ristorante tipico della laguna “Il Gondoliere”. E così, tra una risata e l’altra, la vita di gruppo rende ogni convegno un’avventura meravigliosa.

Paride Barani solleva il suo bicchiere di vino (l’ennesimo), “alla nostra amicizia e ai contratti concordati che rendono la vita un po’ meno imprevedibile!” e giù risate e litri di vino.

In questa serata veneziana, con la luna piena che si specchia nelle acque del Canal Grande, i colleghi del Gruppo Odcec Area Lavoro chiudono un altro capitolo della loro saga giuslavorista, certi che il prossimo convegno li troverà ancora più uniti, ancora più esperti… e sicuramente ancora più affamati, di tutto.

Ma adesso eccomi qui, sono le ore 1:30 di notte, nella solitudine della mia stanza d’albergo, la numero 212, a riflettere sulla giornata. La mente mi porta indietro ad analizzare gli eventi del giorno, mentre, fedele alla tradizione, ho distribuito il numero della mia stanza a tutte le colleghe. E come un déjà vu, nessuno ha bussato. Domani sarà un altro giorno pieno di dibattiti sul mondo del lavoro e sulle sue infinite complicazioni.

Ma alla fine, chi se ne importa! Non è forse vero che, indipendentemente dalla serietà dell’argomento, un po’ di umorismo e di leggerezza sono gli ingredienti segreti per rendere qualsiasi argomento indimenticabile? E così, tra un sorriso e un’occhiata all’orologio, mi preparo per un’altra giornata, sperando che questa volta qualcuno bussi alla porta… magari solo per chiedere indicazioni!

*ODCEC Lucca

 

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