SICUREZZA E DIFFERENZE CULTURALI: SPUNTI DI CONSAPEVOLEZZA NEL LAVORO IN CANTIERE

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di Nicoletta Torre Casnedi*

La spinta alla sopravvivenza degli esseri viventi è ciò che l’etologia identifica come una tendenza motivazionale innata a mettere in atto determinati comportamenti: i Sistemi Motivazionali.

Si possono identificare due tipi di sistemi motivazionali: finalizzati alla sopravvivenza o interpersonali.

Ognuno di questi sistemi ha la propria cabina di controllo in una specifica parte del cervello (MacLean) e si attiva in base agli stimoli ambientali intorno a noi.

Se abbiamo caldo il nostro sistema di regolazione interna ci porta a cercare il refrigerio dell’ombra, se siamo in difficoltà e siamo in compagnia di qualcuno di non minaccioso, cercheremo di chiedere aiuto e supporto e così via.

Proviamo adesso ad osservare il funzionamento dei sistemi motivazionali all’interno dei comportamenti che ci garantiscono sicurezza ed incolumità.

Sporgendoci da una balaustra, l’apparato vestibolare ci avviserà che siamo in una condizione di pericolo e questo segnale ci permetterà di ritrarci e/o metterci in sicurezza.

Cosa succede, invece, nel caso in cui io sia ripetutamente esposto a questo rischio senza subire conseguenze negative, oppure metta in atto comportamenti le  cui  conseguenze negative  non si manifestino nel qui e ora, ma solo se ripetute nel tempo?

In questi casi non possiamo più affidarci all’istinto ma dobbiamo fare affidamento sulle nostre funzioni cerebrali superiori, le quali devono cercare di regolare il comportamento anche in assenza di un pericolo percepito come imminente.

La motivazione a mettere in atto un comportamento non immediatamente vantaggioso è strettamente correlata alla cultura di provenienza, ovvero alla possibilità di poter comprendere l’importanza di coltivare sicurezza e salute invece di cercare semplicemente di sopravvivere.

Questo passaggio non è per nulla scontato ed immediato.

Hofstede definisce la cultura come “Un insieme di norme  non scritte  che guidano i comportamenti degli individui, aiutando loro a dare un senso di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, cosa sia appropriato e cosa lo sia meno”.

Questa valutazione è strettamente correlata al livello di benessere socio-economico di una popolazione. In parole povere dove non c’è ricchezza si cerca di sopravvivere nel qui e ora, dove ci sono benessere e conoscenza ci si può permettere di preoccuparsi della salute nel futuro.

Credo che sia quindi molto importante notare che, i lavoratori esposti ad alcuni dei rischi più elevati nel lavoro in cantiere, spesso provengono da paesi in via di sviluppo, dove non si hanno ancora le risorse per informarsi, comprendere e motivarsi a mettere in atto comportamenti orientati alla Salute e alla Sicurezza.

Non è difficile comprendere questo divario se solo si riflette sulle evoluzioni culturali che noi stessi abbiamo vissuto negli ultimi 30 anni: alimentazione, fumo, benessere psicologico, attenzione per l’ambiente; la consapevolezza rispetto a queste tematiche si è evoluta grazie alle possibilità economiche e alla valorizzazione del concetto di benessere delle nuove generazioni che hanno applicato conoscenze ed informazioni ai loro valori quotidiani.

La nostra situazione socio economica è più stabile e pertanto si può lavorare per il benessere nel presente e investire su di esso nel futuro.

Nella BMW di Monaco di Baviera, “i dirigenti sono stati appositamente formati per gestire la diversità e sono state istituite le figure degli “ambasciatori della salute”, lavoratori stranieri che si sono resi disponibili a fare da mediatori con le comunità di appartenenza per far arrivare ai propri connazionali sia le informazioni sui comportamenti corretti da tenere che messaggi per promuovere la salute e la sicurezza in azienda, portando conoscenza e consapevolezza sui diritti e sulle opportunità in azienda.” (Quotidiano sicurezza, Daria De Nesi).

In conclusione è necessario gettare un ponte culturale nel quale si affianchino un solerte monitoraggio, ad una capacità di mettersi nei panni altrui per riuscire a sollecitare delle leve motivazionali sentite nel qui e ora, e costruire conoscenza e consapevolezza, processi che richiedono tempo e pazienza.

 

* Psicologo della salute organizzativa e psicoterapeuta in Milano

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