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di Andrea Vaccari*

Equità e giustizia sociale sono stati i temi al centro delle proposte presentate dai Commercialisti alla politica durante il convegno “Pensioni e dinamiche demografiche: proposte e idee dei commercialisti”, svoltosi lo scorso 25 settembre nella Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato. L’iniziativa, promossa dal Comitato Scientifico Gruppo Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili Area Lavoro e moderata dal giornalista Alessandro Iovino, ha affrontato questioni che incidono in modo diretto sulla vita di lavoratori, imprese, pensionati e giovani, a trent’anni dalla riforma Dini. Continua a leggere

di Giada Rossi*

Comunemente, nell’ambito dei rapporti di lavoro, si pongono interrogativi circa la portata vincolante di una proposta di assunzione, nell’intervallo temporale che precede la sua formale accettazione, e ciò non solo in relazione alla corretta qualificazione giuridica della fase precontrattuale, ma anche con riguardo ai profili di responsabilità che possono derivare da un eventuale recesso improvviso o da comportamenti idonei a ingenerare un legittimo affidamento nel candidato.

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di Jessica Fantinato*

La professione del commercialista e da sempre fondata su rigore tecnico, aggiornamento continuo e capacita di orientarsi tra normative complesse. Negli ultimi anni, pero, questa figura ha progressivamente ampliato il proprio ruolo: i clienti non cercano  più soltanto un consulente fiscale, ma un partner capace di accompagnarli nelle scelte strategiche e di sostenerli nei momenti di incertezza. Parallelamente, molti professionisti esperti stanno indirizzando la loro attività verso ambiti di consulenza a  più alto valore aggiunto, rafforzando così il carattere evolutivo della professione. Accanto a ciò, non va dimenticato che la vita privata e i diversi ruoli che ogni professionista ricopre – genitore, partner, amico, figlio – rappresentano dimensioni fondamentali che non possono essere trascurate. L’equilibrio personale e infatti la base stessa dell’efficacia professionale: coltivare relazioni, dedicare tempo a se stessi e mantenere spazi di qualità al di fuori del lavoro diventa parte integrante di un benessere complessivo, indispensabile per affrontare con energia e lucidità le sfide della professione.

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di Ivana De Michele*

C’è una frase che capita di sentire spesso, quasi come un riflesso automatico: “La parità è un tema delle donne”. E una convinzione che sembra innocua, quasi rassicurante, perché solleva molti uomini dal sentirsi parte in causa. E come se il cambiamento potesse essere lasciato interamente nelle mani femminili, mentre gli altri restano a guardare, spettatori neutrali di una partita che non li riguarda. Eppure, questa visione e non solo riduttiva, ma anche ingannevole. La verità e più scomoda e, al tempo stesso, molto più liberatoria: la parità di genere non potrà mai compiersi senza il coinvolgimento attivo degli uomini. Non basta dire di non essere contrari. Non basta “non ostacolare”. Serve un cambio di passo collettivo, capace di incidere sulle mentalità, sulle scelte quotidiane e sui modelli culturali che ancora oggi influenzano le nostre vite. E servono esempi concreti, gesti visibili che possano diventare modelli di riferimento. Molti uomini vivono la parità come una minaccia: temono una perdita di ruolo, di potere, di spazio. E un riflesso antico, ereditato da secoli di stereotipi culturali e sociali che hanno disegnato l’immagine dell’uomo come centro del potere. Ma e davvero così? I dati dicono l’opposto. Secondo il World Economic Forum, colmare il gender gap globale significherebbe accrescere il PIL mondiale di oltre il 20%. In Italia, l’ISTAT ha calcolato che se le donne partecipassero al mercato del lavoro allo stesso livello degli uomini, il nostro Paese guadagnerebbe circa 7 punti di PIL. La parità, dunque, non e un gioco a somma zero, non e un “o vinci tu o vinco io”. E, al contrario, una vittoria collettiva. Una società più equa e anche più sana, più giusta e più innovativa. Continua a leggere

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ISCRIZIONE ALL’EVENTO

Partecipazione in diretta streaming: registrarsi al link www.gruppoarealavoro.it/preiscrizione-evento/

La partecipazione è gratuita e valida per la formazione professionale continua per gli iscritti ODCEC.

Legal Notice:
Gruppo ODCEC Area Lavoro | Via Albenga 33 | 00183 Roma

di Vincenzo Ferrante*

Nel gran parlare che si fa dell’intelligenza artificiale (AI o IA, a seconda che si usi la sigla italiana o anglo-sassone) non si deve dimenticare che tutta la legislazione più recente va nella direzione di una tendenziale classificazione delle imprese secondo parametri di congruità, nella prospettiva di circoscrivere gli accertamenti ispettivi a quelle realtà nelle quali la mancanza di proporzione tra il volume d’affari e il costo del lavoro fa sorgere il sospetto che qualcosa non vada nel verso giusto.
È un modello oramai largamente diffuso nel campo degli accertamenti fiscali, grazie anche all’ormai archiviata esperienza degli “studi di settore”, e che mira a selezionare profili di affidabilità, secondo la definizione di una sorta di identikit di contribuenti standard. Continua a leggere

di Luisella Fontanella *

Introduzione
La questione della giusta retribuzione, strettamente legata al concetto di salario minimo, è al centro di un dibattito giuridico e politico che affonda le sue radici tanto nei trattati internazionali quanto nella nostra Carta costituzionale. Due strumenti cardine in materia, le Convenzioni OIL n. 26/1928 e n. 117/1962, delineano le basi normative internazionali per la fissazione dei salari minimi, mentre l’art. 36 della Costituzione italiana definisce un principio di tutela sociale assai più avanzato. Questo articolo intende analizzare il percorso giuridico e storico della retribuzione minima in Italia, fino ai giorni nostri, ponendo in relazione le fonti sovranazionali e la normativa interna. Continua a leggere

È il 1978. Sono seduto in braccio a mio padre sul sedile del passeggero di una Fiat 131 Mirafiori, l’ammiraglia popolare, così veniva chiamata, colore rosso ossido.
Alla guida c’è una mia zia, giovane, forse da poco patentata. Stiamo percorrendo l’autostrada del sole all’altezza di Salerno, per andare in vacanza insieme al resto della famiglia. L’auto sta viaggiando a una velocità moderata e si avvicina ad un bivio dove dovrebbe svoltare. Tuttavia, per qualche motivo, la conducente, indecisa su quale direzione prendere, non riesce a girare il volante in tempo. Invece di svoltare, l’auto continua dritta e colpisce violentemente la barriera di protezione. L’impatto è forte e provoca danni significativi al veicolo, ma, fortunatamente, quasi nessuno agli occupanti, nonostante l’ammiraglia non abbia nessun tipo di sistema di protezione. Non c’erano nemmeno le cinture di sicurezza. Continua a leggere

di Giovanni Dall’Aglio*

In un contesto lavorativo dominato dalla visibilità e dalla misurazione costante, il lavoratore tende a svuotarsi nella rappresentazione di sé, alla ricerca di quel feticcio chiamato prestigio, che acquisisce potere solo perché glielo attribuiamo. Parallelamente, l’AI emotiva simula empatia e spesso, non avendo un ego da difendere, appare più presente, attenta e profonda dell’essere umano medio. Continua a leggere