di Pietro Alosi Masella*

Spesso i datori di lavoro restano “sorpresi” dall’obbligo del versamento di una quota contributiva aggiuntiva dovuta in caso di licenziamento. Difatti, la disposizione suscita perplessità, prevedendo tale contributo anche per i licenziamenti per giusta causa o altre motivazioni che, nei fatti, violano in modo evidente i patti contrattuali. Continua a leggere

di Marco D’Orsogna Bucci*

Gli anni precedenti al 2021 sono stati caratterizzati da bassi tassi di inflazione e di interesse. Nel corso del 2021, il costo della vita ha segnato invece incrementi a cui non si era più abituati da tempo.

È interessante vedere come tale situazione impatti sull’istituto retributivo del Trattamento di Fine Rapporto, in particolar modo sugli accantonamenti presenti in azienda. Continua a leggere

di Bruno Anastasio* e Oriana Costantini** 

L’impresa può essere definita una “societas”. Societas ovvero comunità. E proprio come all’interno di ogni comunità è necessario che vi siano delle regole di convivenza e delle sanzioni in caso di inosservanza delle stesse.

Societas, però, è anche vincolo. In questo caso vincolo lavorativo tra l’imprenditore/datore di lavoro e il lavoratore, un vincolo tanto importante quanto delicato dove si contrappongono da una parte gli interessi datoriali e dall’altra i diritti dei lavoratori ed è necessario e indispensabile che si venga a creare un perfetto e sano equilibrio tra questi. Continua a leggere

di Stefano Bacchiocchi* 

Con l’emergenza sanitaria si è assistito all’incremento forzato del lavoro in modalità agile.

La pandemia ha senza dubbio accelerato lo sviluppo e l’adozione dello smart working all’interno delle aziende e degli studi professionali.

Si tratta di un tema ormai travolgente per la vita delle imprese, visto l’esteso e crescente utilizzo delle tecnologie informatiche nel lavoro quotidiano; possiamo ormai dire che lo smart working è diventato una delle prassi lavorative più diffuse e ricercate dagli stessi lavoratori. Continua a leggere

di Ermelindo Provenzani e Angelo Pisciotta*

Con il messaggio n. 4702 del 14 dicembre 2020 è stato annunciato dall’Inps il rilascio del Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente.

Non si tratta di uno strumento del tutto nuovo, ma di una evoluzione tecnologica, ormai necessaria, della versione precedente del cassetto previdenziale che tutti conosciamo e che, rimasto attivo per qualche mese al fine di consentire il graduale passaggio al nuovo sistema, è stato dismesso a far data dal 1° marzo 2022. Continua a leggere

di Maurizio Centra*

Dopo sei anni dalla riforma degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro (Jobs Act 2015) e una pandemia che ha causato al nostro Paese oltre 12 milioni di contagiati nonché 150 mila morti, il Legislatore ha accolto la richiesta di gran parte della società civile e, con la legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022), ha ampliato le tutele dei lavoratori in caso di sospensione dell’attività lavorativa. Continua a leggere

di Stefano Lapponi*

Il contratto di rete è un’innovativa forma associativa tra imprenditori volta ad accrescere collettivamente (ma anche individualmente) la competitività sui mercati, attraverso politiche comuni di ricerca, marketing e una razionalizzazione dell’uso dei dipendenti di ciascun partecipante alla rete. In tal senso, se correttamente applicato, il contratto di rete non può che generare vantaggi economici attraverso la condivisione della spesa del personale, il più delle volte altamente specializzato, tra i vari “retisti”. Continua a leggere

di Giada Rossi*

Il mondo del lavoro è stato storicamente connotato da un forte divario nelle retribuzioni fra donne e uomini, distanza che purtroppo, nonostante una normativa protezionistica tesa a garantire al lavoro femminile un trattamento paritario, anche dal punto di vista salariale, rispetto ai colleghi uomini, ancora oggi persiste. Continua a leggere

di Paolo Soro*

Dopo avere analizzato la disciplina concernente le prestazioni di lavoro dipendente svolte in Italia dai non residenti in un nostro precedente contributo su questa stessa rivista, come necessario corollario, torniamo a occuparci degli aspetti fiscali e contributivi relativi alle prestazioni di lavoro svolte dai dipendenti in Paesi diversi dal proprio Stato di residenza, focalizzando però ora l’attenzione sugli Italiani che operano all’estero. La presente trattazione non si preoccupa di verificare le posizioni tributarie e previdenziali di quei cittadini italiani comandati all’estero in distacco (che pure presentano evidenti affinità), per le quali si rimanda agli specifici approfondimenti già pubblicati. Continua a leggere