IL WELFARE SCONOSCIUTO: LA GESTIONE DEL DENARO

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di Loris Beretta* 

Qualche tempo fa abbiamo pubblicato un articolo intitolato “Il welfare sconosciuto” e siamo partiti osservando le seguenti tre situazioni:

  1. I giovani di adesso, lavoratori pubblici e privati, atipici e precari, liberi professionisti, artigiani, commercianti e industriali avranno, per pensione, nella migliore delle ipotesi, la metà del loro ultimo salario, stipendio o emolumento (vi è sempre più un allargamento della forbice tra persone che lavorano e pensionati, per cui diminuiscono i primi ed aumentano i secondi).
  1. Oggi si vive di più e con meno soldi. I nonni, che un tempo erano la colonna portante del trasferimento di cultura e rappresentavano un sostegno attivo per le famiglie, oggi sono sempre meno presenti nel nucleo famigliare dei figli e sempre meno possono aiutare a livello economico.
  1. L’Istat ha rilevato che la più grande paura per gli italiani è la non autosufficienza e le ultime rilevazioni ne spiegano la ragione: “Circa un terzo degli over 75 presenta una grave limitazione dell’autonomia e, per un anziano su 10, questa incide sia sulle attività quotidiane di cura personale che su quelle della vita domestica (8,5% nell’Ue22)” (fonte ISTAT).

Ne consegue che il vero disagio sociale è rappresentato dal ritrovarsi, un domani, a dover gestire[…] economiche. Il rischio che tale situazione si verifichi è tanto più alto quanto lo è la mancanza di consapevolezza in merito e la conseguenziale assenza di un piano preventivo per arginare il fenomeno.

Alla luce di queste premesse, abbiamo evidenziato tre colonne portanti per la costruzione di un futuro sereno:

  • i fondi per la pensione integrativa;
  • i piani di assistenza sanitaria integrativa;
  • la gestione del danaro.

Così, dopo aver approfondito il metodo con cui è possibile assicurarsi un’adeguata assistenza sanitaria e un’adeguata pensione integrativa, oggi ci soffermiamo sulla gestione del denaro offrendo alcuni suggerimenti che possono aiutare a gestire correttamente i propri soldi.

 

L’educazione finanziaria 

In un famoso libro intitolato “La mente milionaria” di Thomas Stanley è scritto il seguente motto: “per diventare un milionario devi pensare esattamente da milionario”. Non che tutti debbano per forza arrivare ad avere milioni, però la storia del signor Benjamin, narrata nel libro, è davvero illuminante.

Il signor Benjamin faceva l’autista di scuolabus, era una persona modesta con una vita modesta; eppure, al momento di andare in pensione, senza aver mai cambiato lavoro, risultò aver accumulato un patrimonio netto di oltre tre milioni di dollari. Non solo era riuscito a mettere insieme un patrimonio così importante, ma era riuscito a far studiare i figli nei college e nelle facoltà universitarie più importanti d’America.

Come fece un semplice autista di scuolabus ad accumulare un patrimonio così rilevante e a spendere così tanti soldi per dare un’istruzione di alto livello ai propri figli?

Quando il signor Benjamin ebbe dei figli, capì che assicurargli un’istruzione di altissima qualità poteva offrire loro grandi opportunità in futuro: il problema da risolvere consisteva nel come finanziare una simile istruzione con il suo lavoro così poco remunerato. Per trovare il bandolo della matassa, il signor Benjamin decise che l’unica soluzione fosse quella di iniziare a studiare! Iniziò così un programma di letture per il miglioramento della propria posizione finanziaria la cui materia centrale era costituita dagli investimenti. Il vantaggio di fare l’autista di scuolabus era il poter avere parecchie ore di tempo libero ogni giorno da impiegare nello studio; il signor Benjamin leggeva tantissimo a proposito di qualsiasi tipo di investimento possibile, si interessò ai rendimenti a lungo termine generati dai titoli obbligazionari, dai conti di risparmio su libretti, dai buoni del Tesoro, dalle azioni, dai metalli preziosi, dagli immobili, eccetera. Iniziò così a investire quel poco denaro che riusciva a racimolare comprando azioni di società che selezionava sulla base dell’importanza della società, della sua dimensione e della sua notorietà e, non per ultimo, sulla possibilità che tale impresa potesse durare nel tempo. Infatti, il signor Benjamin è stato prevalentemente un investitore a lungo termine, ha sempre pensato a un domani molto lontano. Egli sperimentava l’acquisto di un’azione con lo stesso spirito di un collezionista che cerca di accaparrarsi il pezzo “raro”: acquistava sapendo che alcune di quelle azioni non le avrebbe più vendute, se non almeno a dieci anni di distanza. Se è vero che il mare è fatto di gocce, il signor Benjamin ebbe il coraggio di investire pochi soldi alla volta, guidato da una visione a lunghissimo termine.

Così facendo riuscì ad ottenere il risultato tanto incredibile di avere acquisito un patrimonio milionario e di aver garantito la migliore istruzione possibile ai suoi figli.

Questa storia delinea i primi ingredienti per una sana gestione del proprio denaro: porsi un obiettivo, guardare al lungo termine, studiare moltissimo, non cercare il “colpo della vita” investendo come se si fosse al tavolo della roulette.

Com’è possibile che un semplice operaio che ho conosciuto sia riuscito a mantenere ben sei figli e la moglie senza fargli mancare nulla mentre tanti altri, che vediamo con il nostro lavoro, hanno una, due, tre cessioni di stipendio, vivono, nel migliore dei casi, con la fidanzata o con la moglie, e non riescono ad arrivare a fine mese?

La differenza sta nella gestione dei tre elementi chiave appena esposti: obiettivi, visione di lungo periodo e studio intensivo, il tutto condito con una certa dose di coraggio e di parsimonia.

Gestire il denaro non è un’attività esclusiva dei ricchi: è per tutti. Si tratta solo di volontà, consapevolezza e scelte.

Nella prefazione ad un libro di Marco Lo Conte (responsabile del social media editor team de Il Sole 24 Ore), Annamaria Lusardi (Direttore del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria) ha scritto: “la conoscenza finanziaria è oggi necessaria come il saper leggere e scrivere, purtroppo i dati e i confronti internazionali collocano l’Italia agli ultimi posti tra i paesi del G7 e i paesi europei. Secondo i dati PISA (Programme for International Student Assesment) solo il 37% degli italiani conosce i concetti base della finanza.” 

Certo, il mondo finanziario è pieno di trappole e di alti rischi, per questo non si deve mai pensare di fare grandi guadagni puntando alla speculazione, al grande risultato immediato, al colpo come se fosse una lotteria o come se la borsa fosse un gratta e vinci (i crolli degli ultimi giorni ne sono un esempio). Ecco perché addirittura il G20 ha dedicato una parte delle proprie attività proprio alla tutela degli investitori. Nel recente rapporto sui “Principi di alto livello OCSE/ G20 sulla tutela dei consumatori di prodotti finanziari” datato 2022 si legge: “Le politiche per la tutela del consumatore di prodotti finanziari, insieme all’inclusione e all’alfabetizzazione finanziarie, offrono un contributo rilevante a una crescita più equa, sostenibile e inclusiva, oltre che alla stabilità del sistema. È importante che le persone abbiano accesso a prodotti e servizi finanziari di qualità, che abbiano accesso al sistema finanziario, che siano aiutate a fare scelte informate e beneficino di strumenti di tutela appropriati, in grado di proteggerle adeguatamente da possibili danni e, in caso di danno, di fornire meccanismi di indennizzo. Le politiche per i consumatori di prodotti finanziari traggono sostegno da politiche di più ampia portata, finalizzate a garantire l’efficienza e la stabilità del sistema finanziario, dalla regolamentazione e dalla corporate governance, con lo scopo di favorire la resilienza finanziaria e quindi, in definitiva, il benessere finanziario di individui, famiglie e comunità.” Proprio per questo ha emanato il principio n. 4 intitolato “Alfabetizzazione e consapevolezza finanziaria”, che così recita: “12. L’alfabetizzazione e la consapevolezza finanziarie dovrebbero essere promosse da tutti i soggetti economici interessati come parte di una strategia di inclusione e/o alfabetizzazione finanziaria di più ampio respiro. È necessario elaborare meccanismi adeguati, che aiutino i consumatori ad acquisire le conoscenze, lecompetenze, i comportamenti e le attitudini utili a sviluppare consapevolezza e comprendere rischi e opportunità, fare scelte informate, sapere a chi rivolgersi per chiedere.” 

Chi vuole cercare di capire come assicurarsi una vecchiaia serena, come godere di piccole ma continue rendite, deve studiare. Vi assicuro che il materiale non manca: basta volerlo cercare.

Prendiamo ad esempio il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria che abbiamo citato prima: fu istituito nel 2017 con Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con quello dello sviluppo economico, in attuazione del decreto legge n. 237/2016, convertito in legge n. 15/2017, recante “Disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio”. Esso ha lo scopo di promuovere e coordinare iniziative utili a innalzare tra la popolazione la conoscenza e le competenze finanziarie.

In effetti i grandi cambiamenti degli ultimi decenni hanno indotto i Governi di tutto il mondo a promuovere iniziative finalizzate a consentire a tutti l’accesso a informazioni utili e ad aumentare la capacità di fare scelte finanziarie consapevoli; in particolare in Italia si può visitare il sito creato dal predetto Comitato all’indirizzo https://www.quellocheconta.gov.it. È stato creato proprio per la “consultazione pubblica sulle linee guida per il riconoscimento da parte del comitato di iniziative di educazione finanziaria, assicurativa o previdenziale, promosse e realizzate in Italia da soggetti esterni al comitato”. Peccato che non sia per niente pubblicizzato e resti poco conosciuto. Provate a dargli un’occhiata, è davvero fatto bene e molto utile. Si parte dall’analisi dei momenti più importanti della vita partendo dal primo guadagno fino ad arrivare alla pensione, per poi fornire le informazioni più utili per pianificare e programmare la gestione delle proprie risorse finanziarie.

L’educazione finanziaria è talmente importante che sono già stati fatti degli esperimenti di introduzione temporanea di questa materia nelle scuole di grado superiore. Seneèoccupatala Consobtrail 2019 e il 2022, pubblicando i risultati del Progetto pilota per le scuole lombarde avviato in occasione della World Investor Week 2018 (1-7 ottobre 2018) e della prima edizione del Mese dell’Educazione Finanziaria dell’ottobre 2018 (Progetto CONSOB intitolato: “Finanza, una storia da raccontare…dal baratto al bitcoin”); il progetto ha previsto la realizzazione di alcuni moduli formativi per studenti delle scuole secondarie superiori, secondo il modello della ‘formazione dei formatori’ (rivolta ai docenti coinvolti delle stesse scuole aderenti).

L’obiettivo perseguito dal Progetto è stato quello di stimolare – attraverso l’opera degli insegnanti delle scuole coinvolte e nell’ambito della normale programmazione scolastica – l’interesse e la curiosità degli studenti, ponendo l’accento sull’importanza della conoscenza di nozioni finanziarie di base e pratiche operative elementari, utili per assumere decisioni finanziarie consapevoli e avviarsi all’uso corretto delle finanze personali a partire dalla generazione del risparmio fino all’investimento finanziario, passando per la riduzione dei rischi di vulnerabilità finanziaria per giungere infine all’aumento del benessere economico individuale. Il progetto ha riscontrato grande successo sia tra gli studenti delle IV e V classi delle scuole interessate, sia tra gli insegnanti, arrivati ad auspicare che il percorso di educazione finanziaria diventi parte integrante dell’attività didattica in tutte le scuole.

La CONSOB, nel piano strategico per il 2022-2024, dedica uno specifico punto (il n. 6) all’educazione finanziaria in cui si legge: “La Consob ha avviato progetti di ricerca congiunti con accademici e practitioner volti all’affinamento dell’approccio metodologico in materia di investor education. L’attività sarà indirizzata alla scuola (primaria, secondaria, università), conunfocusparticolare sugli insegnanti, sugli adulti e sulle PMI (in particolare, su sostenibilità/non financial reporting e su FinTech in collaborazione con Unioncamere). La Consob rafforzerà le iniziative di educazione finanziaria coordinandosi con il Comitato Nazionale per l’Educazione Finanziaria e con i Gruppi di lavoro internazionali, provvedendo alla stipula di protocolli con altri soggetti istituzionali (Ministero dell’Istruzione e Ministero dello Sviluppo Economico) e accordi di collaborazione con i soggetti terzi (fondazioni, associazioni di categoria, operatori del mercato). La Consob parteciperà alle attività svolte nell’ambito della cooperazione internazionale sui temi dell’investor education (IOSCO, OCSE, Commissione Europea, autorità europee) e continuerà a curare l’organizzazione della World Investor Week Italia.” 

Tutto molto interessante da seguire da vicino se si vuole davvero gestire in modo consapevole il proprio denaro.

Gli italiani sono risparmiatori, ma investono prevalentemente nel “mattone”, tra l’altro in genere per viverci e raramente per ricavarci qualcosa, si fidano poco dei mercati finanziari e per questo molti o mettono da parte un po’ di denaro o, troppo spesso, spendono più di quel che guadagnano. Neppure il fatto ben percepito che il nuovo sistema pensionistico contributivo ha scaricato sui cittadini l’onere di costruire la propria rendita pensionistica sembra smuovere dall’abitudine di limitarsi ad una visione di brevissimo periodo e dall’evitare di pensare di come far rendere i propri risparmi, quanto meno per proteggerli dall’inflazione.

Per questo tipo di “non investitori” suggerisco di utilizzare il metodo giapponese spiegato nel “kakebo” che significa letteralmente “libro dei conti di casa”. Fu inventato oltre 100 anni fa dalla giornalista (la prima giornalista donna del Giappone) Motoko Hani (1873-1957). Come giornalista, nel 1903 creò la prima rivista femminile del Giappone, “Katei no tomo” e nei tanti articoli che scrisse dedicò una parte importante all’incoraggiare ogni lettrice a prendere il controllo quotidiano della propria economia domestica. Nel 1904 decise di lanciare sul mercato il primo Kakebo della storia, il successo fu enorme e la sua diffusione interessò tutte le classi sociali.

Si tratta di un’agenda settimanale che insegna a porsi degli obiettivi, ad annotare con cura tutte le spese giornaliere e ad analizzarle con l’obiettivo di riuscire ad ottenere ogni mese un po’ di risparmio, nonché a controllare che tale risparmio sia mantenuto nel tempo e, possibilmente, cresca nel tempo. Interessanti sono le domande a cui si deve rispondere alla fine di ogni periodo:

  1. Avete raggiunto i vostri obiettivi mensili?
  2. Avete mantenuto le promesse?
  3. Siete riusciti a mantenere intatti i vostri risparmi iniziali?
  4. Scrivete le vostre riflessioni sui successi, gli sforzi e gli insuccessi di questo mese.

Una rivista lo ha definito “un’ottima soluzione per le inguaribili mani bucate”; un grande imprenditore ha detto che “gestire il denaro ha a che fare con l’adozione di sistemi che ti consentano di spendere meno di quello che incassi e che, all’occorrenza, ti segnalino quando stai incassando meno di quello che potresti” .

Kakebo è uno strumento che nasce con l’idea di farci osservare meglio noi stessi acquisendo maggiore consapevolezza per rendere la vita più armoniosa, per liberarci dei pesanti fardelli che ostacolano il nostro percorso, per migliorare a poco a poco le nostre abitudini e per illuminare le coscienze secondo la filosofia giapponese per cui l’ordine conduce alla bellezza, la bellezza ci fa raggiungere pace e benessere, l’armonia scaturisce dall’ordine .

Molto bello.

Ritornando alla dura realtà mi chiedo se ci sia qualcuno che non sia rimasto deluso dai rendimenti dei prodotti finanziari offerti dal proprio istituto bancario di fiducia. Ecco quindi un altro tema: a chi ci si deve rivolgere per investire correttamente e con esito positivo i propri risparmi?

Riprendiamo il libro “La mente milionaria”. Scorrendo le pagine, ad un certo punto si trova un’emblematica risposta ottenuta dai ricercatori alla domanda posta ad un milionario: “di chi ti servi per ricevere consigli sugli investimenti e consigli finanziari correlati?”. In particolare, era stato chiesto che consigli potrebbe dare a qualcuno che cerca un consulente in materia di investimenti fra le fila dei broker. Il milionario rispose così:

“Non potrei raccomandarne uno. Non ne raccomanderei uno. Uso un broker per eseguire gli ordini. Ecco tutto. Non voglio che mi diano informazioni. Non voglio che mi dicano che giorno è o che ora è…, voglio un broker che non mi dia consigli, che non mi dia raccomandazioni, che mi dia semplicemente il servizio che voglio avere… sono più contento così”. 

L’unico servizio di cui il nostro milionario riferì di aver bisogno è che i brokers eseguano le negoziazioni e gli forniscano le relazioni di ricerca scritte dagli analisti di investimenti e altri esperti. Poi gli fu chiesto in che modo fosse possibile trovare un broker che agisse in base ai propri ordini. Il milionario rispose che: “non trovi un broker che gestisca le cose in questo modo. Addestri un broker a gestire le cose in questo modo per te.” 

In pratica, ancora una volta, per poter investire in modo produttivo il proprio denaro è indispensabile sapere il più esattamente possibile cosa si vuole, altrimenti ogni broker tenderà a offrire quello che pensa sia meglio per lui e non per l’investitore.

A volte è più utile chiarirsi le idee sul da farsi consultando avvocati o commercialisti esperti in finanza e, solo dopo aver fissato precisi obiettivi e stabilito un piano d’azione, può essere possibile rivolgersi ai brokers per realizzare i programmi di investimento secondo le linee guida stabilite.

È possibile fare a meno degli intermediari? Oggi il fai da te è disponibile per molti investimenti, dai bitcoin alle app per investire senza bisogno di aiuto (più o meno). Sappiamo che Benjamin è stato un maestro del fai da te perchè non aveva abbastanza soldi per permettersi un consulente. Far da sè, quindi, è sicuramente possibile, e conosco io stesso qualcuno che lo fa ottenendo risultati altalenanti. Ancora una volta, però, voglio portare l’attenzione su X: al fine di non disperdere i propri soldi, l’approccio da seguire deve essere basato sullo studio, sulla lettura delle riviste di economia e di finanza, sulla prudenza e sull’evitare (vale la pena ripeterlo) la ricerca del “colpo della vita”, facendo sempre attenzione che i risultati positivi superino quelli negativi (non sempre si vince).

In definitiva, come possiamo gestire efficacemente il nostro denaro? Concludiamo questo lavoro con le principali linee guida che possono rendere sicuro (o meno insicuro) il cammino dell’investitore:

  1. prima di tutto impara a risparmiare spendendo meno di quanto incassi, usa il metodo “kakebo”;
  2. non investire né il denaro che ti serve per vivere né quello che accumuli come risparmio o come fondo per ogni evenienza;
  3. investi solo la quantità di denaro di cui puoi fare a meno: se nel peggiore dei casi dovessi perderlo, questo non influirà sul tuo tenore di vita;
  4. considera sempre come obiettivo ultimo la creazione di un’entrata passiva (ossia una rendita che ottieni da quello che hai investito, ad es. un immobile da locare) per far sì che la tua vita diventi il più indipendente possibile dallo Stato o da chiunque altro;
  5. attenzione ad investire in Borsa, oggi molta della finanza in circolo è fatta solo di carta, di azioni il cui valore non è reale ma gonfiato o sgonfiato dalle notizie, dal web, dagli speculatori; perciò, come Benjamin, acquista solo “pezzi rari”, di cui hai studiato i movimenti e individuato il vero valore, cogliendo i segnali provenienti da fonti attendibili, che forniscano dati e informazioni coerenti tra di loro. (qualcuno aveva percepito il prepararsi del disastro del 2008 un anno prima, i segnali c’erano ma nessuno li volle vedere);
  6. proteggi il tuo denaro, renderà solo se non lo perderai;
  7. evita la speculazione, è molto peggio che giocare al superenalotto;
  8. la lungimiranza e la prudenza sono tutto;
  9. se qualcosa non va non insistere, saper mollare al momento giusto ti può salvare dalle perdite o almeno le può limitare;
  10. non ascoltare chi ti vuole vendere un ottimo prodotto, ci guadagnerà solo lui;
  11. chiedi consigli e opinioni solo a chi ha tanti soldi, a chi guadagna bene, diffida di chi ti dà consigli ma è povero o non guadagna;
  12. differenzia sempre i tuoi investimenti, non puntare mai tutto su un solo “cavallo”;
  13. abbi sempre in mente i tre elementi chiave: obiettivi, visione di lungo periodo e studio intensivo, il tutto condito con una certa dose di coraggio e di parsimonia.

Pensione, attenzione alla salute e costruzione di una rendita passiva: ecco il segreto di una vecchiaia serena e soprattutto libera.

*Odcec Milano

 

 

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