Tag Archivio per: #lavoro

di Graziano Vezzoni* IA**

L’Intelligenza Artificiale (IA – Intelligenza artificiale– Wikipedia) è uno dei temi più dibattuti ed interessanti del nostro tempo e secondo molti studi, circa la metà dell’attuale forza lavoro potrebbe essere impattata dall’automazione grazie alle tecnologie sviluppate dalla IA. La IA potrà sconvolgere a 360 gradi il modo con cui ci interfacciamo; dietro l’angolo ci aspetta un mondo alla “Matrix”? Continua a leggere

di Maurizio Centra*

LA SITUAZIONE PREVIDENZIALE DEI RAGIONIERI COMMERCIALISTI SPIEGATA DAL PRESIDENTE CNPR 

Domanda. In attuazione del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509 le casse di previdenza e assistenza dei professionisti sono state trasformate in associazioni o in fondazioni di diritto privato. Da allora molte cose sono cambiate e gli equilibri economici, patrimoniali e finanziari di alcune casse privatizzate sono stati messi a  “dura prova”. Dopo il default dell’Inpgi e il trasferimento all’Inps della gestione previdenziale dei giornalisti (dal 1° luglio 2022), tra gli esperti in materia previdenziale è ripreso il dibattito sulla sopravvivenza del sistema delle casse privatizzate, soprattutto a causa della progressiva diminuzione di nuovi iscritti agli ordini professionali. Questa tendenza potrebbe penalizzare la Cassa dei Ragionieri più di altri enti analoghi, considerato lo sfavorevole rapporto tra professionisti attivi (contribuenti) e pensionati, pertanto: Continua a leggere

di Giovanni Dall’Aglio*

Per troppo tempo il sistema di welfare è stato concepito come una sorta di ricompensa futura, condizionando e sacrificando le scelte presenti in tema di istruzione e lavoro con la prospettiva di una generosa garanzia pensionistica. Un welfare sbilanciato all’ultimo tratto di vita lavorativa non solo non è in grado di prevenire i danni causati dalle scelte sbagliate del presente ma, paradossalmente, rischia di favorirle. Continua a leggere

di Dario Palumbieri*

Negli ultimi decenni l’Unione Europea (UE) ha

compiuto notevoli passi per favorire l’uguaglianza di genere con percorsi e attività volte a comprendere le cause delle disparità ancora esistenti e la realizzazione di norme sulla parità di trattamento e di misure specifiche a favore delle donne. Continua a leggere

di Marco D’Orsogna Bucci*
  1. L’introduzione degli European sustainability reporting standard (ESRS) 

Nell’aprile del 2021 la Commissione europea, attraverso la pubblicazione della proposta di Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), stabiliva che dal 2024 i modelli di reportistica non finanziaria attualmente in uso sarebbero stati sostituiti da principi standard comuni (ESRS), vincolanti per l’area UE, elaborati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG). L’organismo di advisory della Commissione europea in materia di reporting aziendale era stato incaricato dalla Commissione stessa già dal giugno 2020 di predisporre i nuovi standard di rendicontazione di sostenibilità in area UE, che dovevano modificare ed integrare la Non-Financial Reporting Directive (Direttiva 2014/95/EU acronimo NFRD), prima direttiva a prevedere la rendicontazione delle informazioni di carattere non finanziario per aziende di grandi dimensioni, incluse banche ed assicurazioni. Continua a leggere

di Chiara P.B. Zambrelli* e Giovanni Rossi*

L’indagine sulla sicurezza dei cittadini condotta nel 2016 dall’Istat ha stimato il numero delle donne che, nel corso della vita, e in particolare nei tre anni precedenti all’indagine, sono state vittime di molestie e/o ricatti sessuali in ambito lavorativo. I dati restituiti stimano in particolare che 8 milioni 816 mila (43,6%) donne fra i 14 e i 65 anni nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale. Le molestie verbali sono risultate la forma più diffusa. Quasi un milione e mezzo di donne ha subito molestie di tipo fisico o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Con riferimento ai soli ricatti sessuali sul luogo di lavoro è stato stimato che, nel corso della vita, 1 milione 173 mila donne ne sono state vittima per essere assunte, per mantenere il posto di lavoro o per ottenere progressioni nella carriera. Continua a leggere

di Anna Maria Gandolfi*

Per meglio comprendere la misura introdotta dalla legge 5

novembre 2021, n. 162, “Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, ealtre disposizioni inmateria di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo”, è importante conoscere il ruolo della Consigliera di Parità o del Consigliere di Parità. È da qui che si deve partire perché questo è ancora un ruolo conosciuto da pochi anche se è normato dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell’articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246” e successive modifiche.

La Consigliera di parità o il Consigliere di parità è una figura presente a livello territoriale, a livello regionale e nazionale. Si occupa principalmente del contrasto alle discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro. La Consigliera risponde alle richieste di intervento del singolo caso (territoriale) o di casi multipli (regionale), può supportare anche i legali o le Organizzazioni sindacali che ne facciano richiesta. Il compito della Consigliera/del Consigliere di parità è quello di mediare tra l’Azienda e la lavoratrice/lavoratore che ha subìto una discriminazione che comunque va provata. Personalmente preferisco mediare, cercare di risolvere per il benessere della lavoratrice/lavoratore ma ovviamente in casi estremi è necessario ricorrere in giudizio.

Le Consigliere/i Consiglieri possono, tra gli altri compiti, programmare dei progetti per l’inclusione delle donne nel mondo del lavoro. Sono inoltre le figure di riferimento per i Rapporti biennali redatti obbligatoriamente dalle Aziende pubbliche e private che hanno oltre 50 dipendenti, che devono essere consegnati entro il 31 dicembre di ogni anno (art. 46 del decreto legislativo 11aprile 2006, n. 198).

Attraverso l’analisi dei Rapporti biennali le Consigliere/i Consiglieri di Parità potranno meglio addentrarsi all’interno dell’organizzazione aziendale al fine di verificare se le Aziende sono coerenti con quello che dichiarano e nel caso di una possibile discriminazione ai danni di lavoratrici/lavoratori, potranno intervenire direttamente. Questo può accadere anche nel caso in cui l’Azienda avesse ottenuto la Certificazione della parità di genere, le Consigliere/i Consiglieri potranno quindi intervenire sul monitoraggio del mantenimento dei requisiti dichiarati in sede di certificazione.

La Certificazione della parità di genere è un intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) emanato dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è volto ad incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne. La Certificazione non è obbligatoria ma porta dei vantaggi economici pari all’1% degli sgravi fiscali sulle contribuzioni fino a 50.000,00 euro, e un punteggio superiore per le aziende che partecipano a bandi pubblici.

A livello nazionale sono circa 2000 i siti aziendali certificati dicui 368 in Lombardia. La Regione Lombardia ha stanziato ancora l’anno scorso 10 milioni di euro per sostenere le piccole medie aziende nel percorso dell’ottenimento della Certificazione della parità di genere, l’obiettivo principale è proprio quello di promuovere una partecipazione equilibrata di donne e uomini al mercato del lavoro, parità di condizioni di lavoro e un miglior equilibrio tra vita professionale e vita privata, utilizzando servizi di assistenza all’infanzia e alle persone non autosufficienti. Il bando prevede due linee di finanziamento: la prima linea prevede l’erogazione di un contributo per servizi di consulenza specialistica finalizzati all’acquisizione di strumenti per l’impostazione di un sistema di gestione per la parità di genere che possa essere successivamente migliorato e adattato alle esigenze aziendali, la seconda linea prevede l’erogazione di un contributo a copertura dei costi sostenuti dalle imprese per ottenere la certificazione.

È molto interessante constatare che, delle aziende lombarde che hanno partecipato al bando di Regione, il 16% ha meno di 10 dipendenti, mentre il 51% ha tra i 10 e i 49 collaboratori. Questo significa che la Certificazione sulla parità di genere sta suscitando interesse e per le aziende sta diventando un passaggio culturale importante in quanto può portare sicuramente dei vantaggi economici oltre che sociali.

*Consigliera di Parità Regione Lombardia

www.consiglieradiparita.regione.lombardia.it

 

di Alice Salducco*

Magari qualcuno tra voi si è imbattuto almeno una volta nella vita in The Office, serie televisiva americana di successo che ultimamente è tornata sulle piattaforme di streaming e anche in Italia è sempre più apprezzata. The Office racconta le disavventure di una filiale di una grande azienda che vende carta. Si tratta di un piccolo ufficio in cui ognuno prova a portare a casa la giornata lavorativa al meglio (o al peggio) delle sue possibilità. I personaggi hanno storie molto diverse tra loro, ma tutti sono provati, anzi, stressatissimi dal lavoro (e dal loro capo). Vi parlo di The Office perché descrive il lavoro e le sue dinamiche psicologiche meglio di un saggio scientifico. Descrive bene anche lo stress e soprattutto ogni personaggio risponde ad eventi stressanti diversi dagli altri. Continua a leggere

Una storia di amicizia*

Cari Amici,

fatemi gli auguri: oggi compio 10 anni e voglio festeggiare insieme a tutti Voi.

La tavola è già stata imbandita ed è pronta per accogliervi in quel di Caserta, venerdì 22 e sabato 23 settembre: una reggia ci attende… e che reggia! Non mancheranno la torta con le candeline e lo champagne, come si conviene nelle occasioni festose. Continua a leggere

di Maurizio Centra*

 

LA SITUAZIONE PREVIDENZIALE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI SPIEGATA DAL PRESIDENTE CDC 

Domanda. Sono trascorsi 28 anni dal decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509 in materia di previdenza obbligatoria, che ha disposto la trasformazione in associazioni o in fondazioni di diritto privato delle casse di previdenza e assistenza dei professionisti, oltre che di altri enti, con decorrenza dal 1° gennaio 1995, e “cresce” il dibattito sulla modifica dell’attuale sistema previdenziale dei professionisti, anche a seguito del trasferimento dall’Inpgi all’Inps della gestione previdenziale dei giornalisti dipendenti dal 1° luglio 2022. Al riguardo qual è la posizione della Cassa Dottori Commercialisti? Continua a leggere