REFERENDUM LAVORO 2025: punti “tecnici” per professionisti e datori di lavoro

di Roberta Jacobone*

 

L’8 e 9 giugno 2025 gli elettori italiani saranno chiamati a esprimersi su quattro quesiti referendari abrogativi in materia di lavoro. Ciascun quesito propone la cancellazione di specifiche disposizioni normative. Di seguito, un riepilogo sintetico e tecnico dei contenuti, con riferimento alle implicazioni operative per liberi professionisti e datori di lavoro.

1. Licenziamenti nei contratti a tutele crescenti

Il D. Lgs. n. 23/2015 regola i contratti a tempo indeterminato per aziende con oltre 15 dipendenti. In caso di licenziamento illegittimo, prevede un’indennità economica, con reintegra limitata a specifici casi. Il quesito propone l’abrogazione dell’intero decreto, che all’art. 6 include anche l’istituto dell’offerta di conciliazione, allo scopo di ripristinare l’art. 18 della L. 300/1970.

2. Indennità nelle imprese fino a 15 dipendenti

Attualmente, l’art. 8 della L. n. 604/1966 prevede, in caso di licenziamento illegittimo, un risarcimento economico tra 2,5 e 6 mensilità. Il quesito mira a eliminare il tetto massimo, lasciando al giudice la valutazione dell’indennità adeguata. Il tetto massimo, attualmente fissato in 36 mesi, rimarrebbe in vigore solo per le imprese con oltre 15 dipendenti.

3. Contratti a termine e causale obbligatoria

L’art. 19 del D. Lgs. n. 81/2015, modificato dal D.L. n. 48/2023, consente di stipulare contratti a termine privi di causale fino a 12 mesi. Il quesito propone di ripristinare l’obbligo di indicare la causale fin dalla stipula, a prescindere dalla durata.

4. Responsabilità solidale negli appalti

L’art. 26 del D. Lgs. n. 81/2008, modificato dalla L. n. 85/2023, esclude la responsabilità solidale del committente per infortuni da rischi specifici dell’attività esecutiva. Il quesito chiede l’abrogazione di tale esclusione, ripristinando la responsabilità solidale tra committente, appaltatore e subappaltatore.

Informazioni sul voto

Ogni quesito prevede due opzioni: SÌ (abrogazione e ritorno al passato) e NO (mantenimento delle norme attuali). Il referendum sarà valido solo se partecipa almeno il 50% + 1 degli aventi diritto al voto pertanto anche il non presentarsi alle urne equivale alla scelta di mantenere tutto com’è oggi.

*ODCEC Cremona

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