UNA GIORNATA DI NORMALE FOLLIA DI UN COMMERCIALISTA LAVORISTA
UNA GIORNATA DI NORMALE FOLLIA DI UN COMMERCIALISTA LAVORISTA
di Graziano Vezzoni*
10 Agosto, ore 6,00:
Mentre la maggior parte dei mortali è ancora avvinghiata ai cuscini, io, con le mie scarpette che hanno più buchi della mia pazienza, inizio la mia odissea mattutina. Il viale a mare si stende davanti a me come un tappeto rosso per una star, ed invece, chi sta correndo (si fa per dire) si tratta di un commercialista in fuga dalla sedentarietà. Parto da casa, raggiungo il pontile di Forte dei Marmi e mi rigiro – non per ammirare l’alba, ma perché il fisico vuole la sua parte (anche se la mente protesta). Dopo 40 minuti rientro a casa, doccia veloce e poi mi catapulto al bar. Qui, tra un espresso e un cornetto, mi trasformo nel Socrate del gossip locale. Discuto di tutto, dal calciomercato alle strategie per evitare i turisti in infradito.
Ore 7,30:
Sono già in ufficio e sfoglio circolari e giornali come fossero le pagine del mio destino.
Ore 7,40:
Squilla il telefono. È il primo cliente, con un problema talmente urgente che probabilmente ha sognato di chiamarmi. Io penso ai miei problemi, tipo chi risolverà il mistero delle mie scarpette consumate? Ma il dovere chiama.
Durante la Mattinata:
Dopo quella telefonata, è un via vai di visite in ufficio. C’è chi ha trovato il bagnino ubriaco e non sa cosa fare, e chi si interroga sulla natura esistenziale dell’amore clandestino tra camerieri durante il turno di lavoro. Scrivo lettere di richiamo come fossero autografi alla prima del mio film immaginario “Il Commercialista – La Vendetta”.
Assunzioni di Mezza Estate:
I contratti che redigo sono così lunghi che potrebbero essere usati come rotoli di carta da parati. Per dire la verità sono lunghi anche d’inverno, ma in estate chissà come mai pesano di più. Prevedono tutto: dall’apocalisse all’invasione di cavallette, tranne come sopravvivere a questa giornata di normale follia.
Ore 10,15:
Per l’ennesima volta rimpiango di non essere un commercialista di città o dell’interno dove in agosto si chiude l’ufficio e fino a settembre non si parla più di cedolini, detrazioni ecc.
Ore 11,30:
Riesco a controllare le mail e nella posta certificata ti becco due avvisi bonari relativi al modello 770 dell’anno 2020. Subito inizia la verifica dei versamenti e dei modelli inviati. Entro nel cassetto fiscale del cliente e recupero i modelli F24 si tratta di ravvedimenti e mi domando perché l’Agenzia delle Entrate non recuperi i modelli da sola. Questo rimane un mistero. Abbasso la temperatura dei condizionatori, il caldo è massacrante, penso a quei poveracci che lavorano all’esterno, ma penso soprattutto a coloro che sono al mare o in montagna. La cosa però non mi rinfresca.
Ore 13,00:
Pausa pranzo mi reco al vicino Yachting Club Versilia, voglio almeno vedere il mare e voglio stare leggero, mi prendo un insalata calda di mare.
Ore 15,00:
Rientro in ufficio e subito ricevo una Pec, inviatami da un avvocato, con la richiesta di conciliazione per un dipendente di una Ditta che seguo. Riesamino la pratica per poter prendere visioni dei punti di forza e quelli di debolezza del mio cliente, telefono all’avvocato della controparte per avere un primo contatto e per capire la loro strategia. Mi sa che il mio cliente dovrà versare una differenza retributiva per poter chiudere questa pratica.
Ore 16,30:
Esco dall’ufficio e mi reco presso la sede di un sindacato per discutere della stesura di un contratto aziendale, la discussione si anima e il caldo ancora di più, non c’è un condizionatore.
Ore 18,45:
Rientro in ufficio e spero che ci sia il tempo per leggere quegli articoli che avrei voluto leggere la mattina, niente non ci riesco il telefono sembra impazzito tutti hanno dei problemi.
Ore 20,05:
Sto per uscire dall’ufficio ma, puntuale, arriva un cliente. Vuole un’assunzione per la sera stessa. Per l’ennesima volta gli spiego che le assunzioni vanno fatte oggi per il giorno dopo. Il cliente cade dalle nuvole non lo sapeva.
Nota dell’autore: questo racconto è stato scritto con un tono umoristico per alleggerire la pesantezza di una giornata lavorativa di un commercialista lavorista, ma soprattutto non è intenzione dell’autore sottovalutare il duro lavoro svolto dai colleghi.
*ODCEC Lucca
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