di Bernardina Calafiori e Eleonora Ilario*

Con l’ordinanza n. 26697 del 21 settembre 2023,la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi in ordine alla facoltà del lavoratore di mutare il titolo della sua assenza, da malattia a ferie, quando tale richiesta sia volta ad evitare il licenziamento per scadenza del periodo di comporto. Continua a leggere

di Bernardina Calafiori e Alessandro Montagna*

Con sentenza n. 10953 del 7.03.2023, pubblicata in data 26.04.2023, la Suprema Corte di Cassazione ha confermato il proprio orientamento in ordine alla delimitazione della nozione di retribuzione utile ai fini contributivi, assumendo che “ai fini dell’individuazione della base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali, occorre fare riferimento alla retribuzione “dovuta”, per legge o per contratto collettivo o individuale, e non a quella effettivamente erogata”: con la conseguenza che “salvo che la retribuzione stabilita nella contrattazione collettiva nazionale sia onnicomprensiva, se è prevista un’indennità ulteriore a livello provinciale o aziendale, per calcolare il “dovuto” è necessario interpretare il contratto ed accertare se quella voce retributiva vada inclusa negli istituti indiretti”. Continua a leggere

di Bernardina Calafiori e Alessandro Montagna*

Con la pronunzia n. 8921 del 7 marzo 2023, pubblicata, mediante deposito in cancelleria, in data 29 marzo 2023, la Suprema Corte di Cassazione ha confermato un principio di diritto fondamentale in materia di decorrenza del termine di prescrizione per il versamento dei contributi previdenziali dovuti all’Inps a valere sulle retribuzioni pagate ai lavoratori. Continua a leggere

di Bernardina Calafiori e Eleonora Ilario *

Cassazione, sez. Lav., ordinanza del 9 maggio 2023, n.12244

«La previsione dell’art. 8, comma 1, del d.lgs. n. 81/2015, se esclude che il rifiuto di trasformazione del rapporto in part time possa costituire di per sé giustificato motivo di licenziamento, non preclude la facoltà di recesso per motivo oggettivo in caso di rifiuto del part time, ma comporta una rimodulazione del giustificato motivo oggettivo e dell’onere di prova posto a carico di parte datoriale. Continua a leggere

di Paolo Galbusera* e Andrea Ottolina*

L’articolo 28 co. 1 del d.lgs. 81/2015, così come modificato da d.l. 87/2018, dispone che l’impugnazione del contratto a tempo determinato debba avvenire “entro centottanta giorni dalla cessazione del singolo contratto”, mentre, per quanto riguarda i contratti di somministrazione, il successivo art. 39 co. 1, prevede un onere di impugnazione entro il termine di 60 giorni, decorrente dalla data in cui il lavoratore ha cessato di svolgere la propria attività presso l’utilizzatore. Continua a leggere

di Paolo Galbusera* e Andrea Ottolina*

Frequentemente i datori di lavoro decidono di erogare in favore dei propri dipendenti il c.d. superminimo, cioè una quota di retribuzione ulteriore rispetto al minimo tabellare previsto dal contratto collettivo nazionale per quello specifico livello di inquadramento. Una volta attribuito, il superminimo entra a pieno titolo tra gli elementi fissi della retribuzione, quali paga base, contingenza, scatti di anzianità ed eventuali altri elementi previsti dal contratto collettivo nazionale, territoriale o aziendale. Continua a leggere

di Bernardina Calafiori e Alessandro Montagna*

Con la sentenza n. 20446 del 2.03.2022, pubblicata, mediante deposito in cancelleria, in data 24.06.2022, la Suprema Corte, dando continuità ad un orientamento invalso – e, prima della sentenza sopra citata, ribadito anche da Cass. 25.08.2015 n. 17119 – ha enunciato un importante principio di diritto in tema di obblighi contributivi verso le gestioni previdenziali e assistenziali. Continua a leggere

di Bernardina Calafiori e Simone Brusa*

Un lavoratore richiedeva e beneficiava dei permessi previsti dall’art. 33 della legge n. 104/1992 per l’assistenza di una “persona con disabilità in situazione di gravità, che non sia ricoverata a tempo pieno, rispetto alla quale il lavoratore sia coniuge, parte di un’unione civile, convivente di fatto, parente o affine entro il secondo grado”. Continua a leggere

di Bernardina Calafiori e Eleonora Ilario* 

Con ricorso promosso innanzi al Tribunale di Roma, una lavoratrice impugnava il licenziamento intimatole per superamento del periodo di comporto. Continua a leggere

di Paolo Galbusera* e Andrea Ottolina*

Tra i vari e importanti interventi posti in essere dalla Corte Costituzionale negli ultimi tempi e aventi ad oggetto le tutele riconosciute dalla legge in caso di licenziamenti illegittimi, la sentenza n. 125 del 22 maggio 2022 ha avuto ampia rilevanza in quanto, con essa, la Corte è intervenuta su uno dei passaggi chiave del “nuovo” art. 18 dello Statuto dei Lavoratori così come riformulato dalla legge 92 del 2012, meglio conosciuta come Legge Fornero. Continua a leggere